fbpx

Domenica delle Palme (Gv 11,55-12,11)

Carissimi,

la valenza simbolica dei gesti e dell'azione di Gesù che entra in Gerusalemme costituisce il significato del racconto dell'evangelista Giovanni, che insieme ai Sinottici narra l'episodio. Azione e gesti che non hanno bisogno di parole, ed infatti non ne sono riportate da parte del Signore. La forza simbolica si esprime anzitutto nella rivendicazione di Gesù della sua regalità, che porta a compimento le promesse di Dio (le promesse di Dio infatti non sono mai perdute, anche quando sembrano tardare ad adempiersi) e al tempo stesso manifesta il senso della sua missione non come iniziativa propria ma come risposta obbediente alla volontà del Padre. La citazione esplicita del profeta Zaccaria lo fa capire in modo palese. Regalità che si esprime anche nel modo con cui Gesù si presenta, attraverso la processione sopra un “puledro” che era la cavalcatura regale, in mezzo alla folla che lo accoglie.

a forza simbolica dei gesti di Gesù dunque provoca delle sensazioni, muove dei sentimenti nella gente che lo accompagna, che lo conosce, suscita delle emozioni. Nell'orizzonte della fede tutto questo diventa accoglienza, lode, esultanza.

E' interessante notare che l'evangelista Giovanni sottolinea la incomprensione dei discepoli, che pure erano partecipi e presenti. Perchè ?

Forse semplicemente perchè non c'era molto da capire, o meglio, in quella situazione il condividere la festa e la gioia con Gesù passava attraverso altri canali, quelli dell'empatia, della commozione.

Questa breve e intensa pagina del Vangelo quindi ci insegna che alcune volte non è così necessario capire tutto con la “testa” perchè anche le emozioni, i sentimenti hanno una loro intelligenza. Ci permettono infatti di percepire, di intuire, di condividere. Gli affetti sanno superare tante barriere davanti alle quali il pensiero, la logica, il ragionamento si devono arrendere.

E' importante allora saper vivere bene anche le proprie sensazioni, i propri sentimenti non soltanto perchè sono comunque una parte importante della vita, ma anche perchè hanno un ruolo importante nel cammino della fede.

Tutto questo allora può diventare anche un invito, un suggerimento per vivere bene la Settimana Santa. Entriamo nel cammino della Redenzione con semplicità, disarmati, senza la pretesa di capire tutto, ma volendo quasi essere come il “puledro” che porta Gesù nella Città Santa, nel luogo del mistero e della salvezza. Viviamo la Settimana Autentica col sorriso che alimenta ogni affetto profondo e con la preghiera che sostiene la fede.

Certamente giungeremo alla Pasqua con la pace nel cuore. Possa essere questo l'augurio che ci accompagna.

Don Gian Piero