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Carissimi,

la valenza simbolica dei gesti e dell'azione di Gesù che entra in Gerusalemme costituisce il significato del racconto dell'evangelista Giovanni, che insieme ai Sinottici narra l'episodio. Azione e gesti che non hanno bisogno di parole, ed infatti non ne sono riportate da parte del Signore. La forza simbolica si esprime anzitutto nella rivendicazione di Gesù della sua regalità, che porta a compimento le promesse di Dio (le promesse di Dio infatti non sono mai perdute, anche quando sembrano tardare ad adempiersi) e al tempo stesso manifesta il senso della sua missione non come iniziativa propria ma come risposta obbediente alla volontà del Padre. La citazione esplicita del profeta Zaccaria lo fa capire in modo palese. Regalità che si esprime anche nel modo con cui Gesù si presenta, attraverso la processione sopra un “puledro” che era la cavalcatura regale, in mezzo alla folla che lo accoglie.

Carissimi,

                la Liturgia quaresimale ambrosiana sottolinea in modo particolare l'aspetto battesimale perché alle sue origini, costituiva la preparazione prossima dei Catecumeni che avrebbero ricevuto il Battesimo nella Veglia Pasquale. Così facendo ci aiuta a riflettere sul significato della nostra identità di cristiani, che proprio nel Sacramento del Battesimo trova una delle sue radici più profonde. Il senso della nostra identità infatti si fonda su ciò che possiamo chiamare “il carattere”, ciò che ci determina stabilmente, profondamente. Ma al tempo stesso essa ha a che fare con le nostre relazioni che la confermano, la fanno crescere, la confrontano.

Carissimi,

la pagina di Vangelo di Giovanni mette a tema una articolata discussione polemica, ed anche complessa che mette in relazione la verità e la libertà. “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”. Questa affermazione di Gesù si pone infatti come introduzione, sfondo al dialogo che poi segue. Una discussione che forse, ai nostri giorni, per la nostra mentalità, potrebbe essere ritenuta buona al massimo per un dibattito televisivo. Parlare di verità infatti ci appare una questione desueta: cosa è la verità?, c'è la verità? In questo nostro mondo dove sembra trovare spazio esclusivamente l'opinione. In cui tutto può essere affermato e smentito, in un contesto culturale che in nome della tolleranza, viene accettato tutto e il contrario di tutto.

Carissimi,

anche in questa quarta domenica di Quaresima la pagina evangelica che ci viene proposta pone l'attenzione su un personaggio centrale, il cieco, che diventa così immagine, metafora del credente, ci aiuta a approfondire l'esperienza della fede. Certamente la narrazione dell'evangelista Giovanni, i dialoghi che abbiamo ascoltato suggeriscono molti spunti di riflessione in proposito, ci offrono una molteplicità di insegnamenti. Tuttavia oggi vogliamo per così dire concentrarci semplicemente sulla figura e sulla condizione di questo uomo con gli elementi che la descrizione evangelica ci offre. Ciò, come vedremo, è sufficiente per cogliere il messaggio centrale di questa domenica.

Carissimi,

gli avvenimenti drammatici che anche in queste settimane accompagnano purtroppo la nostra vita quotidiana, dalle situazioni sempre più gravi che minacciano la pace, alle tragedie dei migranti abbandonati e naufragati a pochi chilometri dalle nostre coste, ci fanno leggere questa bellissima pagina del Vangelo di Giovanni quasi come se ci trovassimo in un sogno. Per la sua ricchezza di simboli: la sete, il pozzo, l'acqua, l'anfora. Per l'evocazione di immagini stupende e così diverse da ciò che attraversa i nostri occhi quotidianamente (“Guardate i campi che già biondeggiano...”) . Per l'intreccio complesso e affascinante dei dialoghi. Ed infine per la sua conclusione aperta alla fiducia e alla speranza.,