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Carissimi,
la pagina evangelica delle tentazioni, con cui tradizionalmente incomincia, nel Rito ambrosiano, il tempo della Quaresima, può essere meditata a tre livelli progressivi di profondità. Una prima riflessione dunque nasce dalla considerazione del significato di ogni tentazione. Essa ci suggerisce che davanti a noi, nelle varie vicende della vita, alla logica del Vangelo si contrappongono altre possibilità, altre ipotesi, spesso apparentemente più facili e affascinanti. Vivere nella fede quindi è più che mai una esperienza di libertà, di scelta adulta e consapevole. Tutto questo sottolinea la dignità con cui vivere in particolare questi giorni di coerenza.

Carissimi,

la precisione puntigliosa con cui questo fariseo della parabola ringrazia il Signore, ma in realtà pretesto per parlare di sé stesso e della propria correttezza, dei propri meriti, appare alla fine in tutta la sua inutilità. (Notiamo bene, non tanto la eventuale supponenza, non tanto la sua pretesa di giudicare ed etichettare gli altri, ma la sua inutilità).

Carissimi,

l’esperienza dei discepoli impauriti per la tempesta e la loro esclamazione angosciata con cui svegliano Gesù esprime, al di là del contesto dell’episodio, semplice nella sua struttura narrativa, la paura radicale di ciascuno di noi di fronte all’esistenza: quella di perdersi, “Maestro, siamo perduti”.

Carissimi,

                anche in questa domenica la Liturgia ci propone una pagina evangelica affascinante ma forse non immediatamente comprensibile. L'atteggiamento di grande devozione verso Gesù di questa peccatrice  sembrerebbe a prima vista motivare il suo successivo perdono, ma in realtà la dinamica del racconto e quindi il possibile insegnamento che ne deriva sono più complessi.

Carissimi,

la pagina del Vangelo che oggi la Liturgia ci propone è strutturata su due caratteristiche: il movimento e il coinvolgimento dei suoi protagonisti. Se infatti ci soffermiamo a considerare le parole, i verbi che descrivono gli atteggiamenti, i sentimenti, le azioni di Gesù, Maria e Giuseppe ci accorgiamo facilmente che il racconto si sviluppa proprio in questa progressiva descrizione. Si parla infatti di recarsi, salire, riprendere, cercare, trovare, stupirsi, non comprendere, essere sottomessi ecc.