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La chiesa di San Giovanni Bono

In breve

La chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Bono fa parte di un complesso parrocchiale che è il punto di riferimento per una popolazione di 10.684 abitanti, residente nel quartiere Sant’Ambrogio I e II, nel quartiere Cascina Bianca.
L’indirizzo della chiesa di San Giovanni Bono è: via San Paolino, 20 - 20142 Milano.

Dove si trova e come ci si arriva

Chi arriva a Milano dall’Autostrada dei Fiori che collega Milano alla Liguria, nell’ultimo tratto che conduce al rondò di piazza Maggi, guardando verso sinistra può riconoscere i quartieri che abbiamo appena nominato; se guarda verso l’alto può anche intravedere sopra i tetti dei lunghi edifici del Quartiere Sant’Ambrogio la guglia della chiesa di San Giovanni Bono, la cui forma richiama una tenda.
Da Milano, usando i mezzi pubblici, la chiesa di San Giovanni Bono si raggiunge facilmente grazie alle linea verde della metropolitana: basta scendere al capolinea Famagosta, risalire il viale Famagosta e poi girare a sinistra lungo la via S.Vigilio. Dopo avere costeggiato un edifico lungo 400 metri, sulla sinistra ci si trova davanti alla chiesa. Proprio di fronte alla chiesa, sull’altro lato della strada, è facile riconoscere la massa imponente, grigia e turchese dell’Ospedale San Paolo.
Il Quartiere Sant’Ambrogio è servito anche da alcuni autobus: i numeri 74 e 71, che fanno capolinea alla fermata Famagosta della metropolitana verde.
Sulla carta geografica il Quartiere Sant’Ambrogio il territorio della parrocchia San Giovanni Bono e la sua chiesa si trovano in basso a sinistra, a sud-ovest di Milano, là dove la città si confonde con la campagna.

Da Indirizzo:

Un po’ di storia foto dal piazzale antistante la chiesa

La parrocchia di San Giovanni Bono è stata istituita nel 1966 e il suo primo parroco è stato don Ernesto Riva. Nel 1992 don Ernesto ha concluso il suo servizio come parroco e continua ad abitare nella casa parrocchiale al servizio della popolazione e della vicina Casa di Riposo Famagosta.
Dal 1992 il parroco è stato don Ferruccio Crotti, prete dal 1971, arrivato dopo 21 anni di viceparroco a Cusano Milanino nella parrocchia di S. Martino e l'Immacolata.
Il Quartiere Sant’Ambrogio è degli inizi degli anni '60 mentre la chiesa, costruita nel 1966, è stata aperta al culto nell'ottobre del 68 (infatti la seconda domenica di ottobre si celebra la festa patronale).
Negli anni ‘70 il Quartiere Sant’Ambrogio è stato ampliato con il cosiddetto Sant’Ambrogio II.
Negli anni '80 , è stato costruito anche il Quartiere Cascina Bianca.
L’area sulla quale è stato costruito il Quartiere Sant’Ambrogio, fino al 1966 era sotto la giurisdizione ecclesiastica della parrocchia dei SS Nazaro e Celso alla Barona ed era interamente agricola. Nelle sue "marcite", popolate da una numerosa, tribù di rane e da nuvole di zanzare, si coltivava il foraggio per il bestiame allevato nelle cascine della zona che in parte esistono ancora e hanno dato il loro nome ai quartieri costruiti successivamente. La cascina Monterobbio, ad esempio, si trova in un boschetto di pioppi, tra l’autostrada e il Quartiere Sant’Ambrogio, in prossimità del capolinea della metropolitana.
Nel 1996 arriva don Paolo Selmi come coadiutore dell'Unità di Pastorale Giovanile (UPG) delle parrocchie di S. Bernardetta e S. Giovanni Bono.
Nel 2005 don Ferruccio, si trasferisce come parroco ad Olgiate Molgora e don Paolo viene nominato parroco dell'Unità Pastorale con la parrocchia di S. Bernardetta.

La chiesa e il quartiere

Il complesso parrocchiale San Giovanni Bono sorge al centro del Quartiere Sant’Ambrogio, uno dei più noti e citati esempi di edilizia popolare costruiti a Milano dall’Istituto Autonomo Case Popolari (I.A.C.P.) negli anni '60. L’architetto Arrigo Arrighetti, allora responsabile per la progettazione dell’I.A.C.P., aveva immaginato il Quartiere Sant’Ambrogio in modo decisamente innovativo: non intendeva realizzare solo un nuovo quartiere residenziale, un quartiere "dormitorio", ma un insediamento "autosufficiente", in cui le abitazioni fossero dotate di scuola materna ed elementare, negozi e chiesa, biblioteca e servizi comunali, spazi verdi attrezzati per il gioco e per l’incontro, interamente pedonale e perciò porticato lungo il perimetro interno, con il traffico automobilistico privato e pubblico lasciato fuori, lungo il perimetro esterno.
Il Quartiere era inizialmente composto solamente da quattro edifici residenziali di altezza uniforme, ciascuno alto sette piani. I quattro edifici, ciascuno dei quali si sviluppa per circa 400 metri di lunghezza, si affacciano sia verso le strade che circondano il quartiere, sia verso l’interno, un’ampia area verde di forma irregolare, una sorta di grande cortile alberato, secondo la tradizione milanese, lungo circa 800 metri.
I quattro edifici non sono rettilinei, ma presentano un andamento curvilineo in modo da attenuare la rigidità e la monotonia dell’insieme; inoltre, i quattro corpi di fabbrica, mentre sono relativamente vicini ai due estremi del quartiere, sono piuttosto distanziati in corrispondenza del baricentro del quartiere stesso in modo da lasciare spazio al centro di quartiere che comprende la biblioteca e gli uffici comunali e il complesso parrocchiale. Gli edifici residenziali, rivestiti in piastrelle di gres rosso, sono in tutto uguali tra loro.
Gli edifici pubblici, collocati agli estremi nord e sud del Quartiere, sono nettamente differenziati dal punto di vista formale e sono facilmente riconoscibili anche perchè sono in cemento armato a vista o sono rivestiti con intonaco rustico color cemento.

La chiesa foto della chiesa S.Giovanni Bono all'interno, navata principale e cappella feriale

La chiesa parrocchiale, vista dai due lati e dall’abside, con il suo caratteristico profilo e i suoi due spioventi che giungono fin quasi a terra, richiama immediatamente l’immagine della tenda. Vista frontalmente, dalla piazza antistante l’ingresso principale, la chiesa, con la sua facciata triangolare molto sviluppata in altezza, interamente in cemento armato, traforata da una serie numerosa e ordinata di piccoli pannelli di vetro a colori vivaci, ricorda le cattedrali gotiche. Giocando sulla materia e sulle dimensioni, su richiami formali storici (la cattedrale) e simbolici (la tenda), l’architetto Arrighetti è riuscito nell’intento di fare della chiesa il centro monumentale del quartiere. La chiesa, inoltre, risulta ben visibile e identificabile anche dall’esterno del quartiere.

Partendo dalla piazza antistante la chiesa, nella quale è stato realizzato uno specchio d’acqua a forma di losanga dove si specchiava la facciata della chiesa, si sale al piccolo sagrato sopraelevato di alcuni gradini e quindi si entra in chiesa attraversando il portale principale dalle forme geometriche elementari posto sull’asse della facciata della chiesa, appena sporgente rispetto al filo della facciata stessa.
L’interno della chiesa non è immediatamente riconoscibile dal momento che per molte ore del giorno vi domina la penombra. Nella penombra si distinguono la navata centrale, una navatella che si innesta su quella principale, a destra, in prossimità della facciata e, a sinistra della navata principale, in prossimità del presbiterio si intravede il battistero. Oltre alle minuscole vetrate poste sull’alta facciata triangolare la chiesa non ha altre fonti di luce se non un nastro multicolore che corre lungo il colmo della copertura della navata principale e della navata secondaria. Una debole luce proviene dal battistero ricavato in un vano posto alla sinistra della navata principale. Subito dopo la costruzione la luminosità interna era leggermente diversa, dal momento che nel manto di copertura a squame erano ricavate minuscole finestrelle colorate che facevano immaginare il cielo sopra Milano.
Nell'ottobre 1981 il manto di copertura originale venne distrutto da un incendio che provocò gravi danni anche alla struttura del tetto. Il nuovo manto di copertura non ha più previsto le finestrelle; al loro posto è stato inserito il luminoso nastro dorsale multicolore.

foto del battisteroLa navata principale, a pianta triangolare allungata, è coperta da una tetto a doppia falda con struttura metallica a vista, che si abbassa bruscamente dall’alta cuspide della facciata alla piccola abside in cemento armato che incornicia l’area presbiteriale. Nella zona presbiteriale, dominata da un crocifisso monumentale realizzato di recente modello dei crocifissi medievali, sono collocati: al centro l’altare una massiccia mensa appoggiata su tre capitelli rinascimentali, alla sinistra la sede e il leggio e alla. destra il tabernacolo. Gli elementi del presbiterio altare, sede, ambone, tabernacolo spiccano nella penombra della chiesa poichè sono realizzati con la pietra di Botticino, una pietra molto chiara, mentre la sede è in legno verniciato di bianco.
Lungo la navata principale, pavimentata in lastre di pietra articiale colore rosso granato e in leggera salita verso il presbiterio, sono disposte su due file regolari le panche, anch’esse progettate dall’architetto Arrighetti.

La navata minore ospita la cappella per le celebrazioni feriali che presenta una impostazione del tutto simile alla navata principale. Come palliotto dell’altare è stato utilizzata una lastra di pietra scolpita, proveniente, come i capitelli che sostengono la mensa dell’altare centrale, dall’antico monastero di Sant’Ambrogio la cui esistenza è documentata nella zona, del quale, tuttavia, si conservano solo scarse tracce.
Il fonte battesimale si trova al centro del battistero, posto alla sinistra del presbiterio: è un ampio vano inondato di luce che proviene dall’alto, da una cuspide trasparente che si riconosce anche dall’esterno della chiesa. La forma del fonte è singolare: è anch’esso realizzato in lastre di Botticino dai profili irregolari e la vasca con l’acqua si trova molto in basso, quasi a richiamare una pozza d’acqua lungo il corso del fiume Giordano. foto interno chiesa lato sinistro

I confessionali sono ricavati nella parete di controfacciata.
Oltre al crocifisso monumentale, posto nell’abside nella chiesa, in chiesa si trovano anche un’immagine mariana, la statua lignea di S. Givanno Bono e la via crucis.
Le stazioni della via crucis, anch’essa, come il grande crocifisso di fattura recente, in legno dipinto, è collocata lungo le pareti della navata principale. L’immagine mariana è collocata a muro, in una sorta di piccola navata che si apre alla foto esterna con vasca in cui si specchia la chiesasinistra della navata principale, nelle adiacenze del battistero. Si tratta di una immagine in legno policromo proveniente dal mulino S. Ambrogio che ha dato il nome al quartiere. Davanti all’immagine della Madonna col Bambino, nella penombra della chiesa, ardono in permanenza piccoli lumi.

Le opere parrocchiali

Al piano interrato, sotto la chiesa, è stato ricavato un ampio salone teatro che ospita manifestazioni artistiche e incontri organizzati dalla parrocchia stessa, nella quale è attivo un gruppo di teatro amatoriale, dalle altre parrocchie del decanato e da enti pubblici e privati.
Alle spalle della chiesa è stato costruito l’edificio delle opere parrocchiali, un semplice parallelepipedo con copertura piana e pareti rivestite da intonaco rustico color cemento, (di altezza modesta di due piani fuori terra e un piano interrato) in esso trovano posto abitazione dei sacerdoti, l’abitazione delle suore, le aule per il catechismo e per le associazioni, la sede della ACLI e un saloncino per il gioco al coperto.
Alla destra della chiesa, tra la sua fiancata destra e la casa parrocchiale, è stato ricavato un piccolo cortile con un campo di basket e di pallavolo.